Il principio di non addizione

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In Italia, stando alle dichiarazioni del giorno dopo, sembra che le elezioni non le perda mai nessuno.
Fieri della nostra epica calcisticamente opaca del catenaccio e del contropiede, del pareggino strappato in trasferta, della recriminazione arbitrale assistiamo impotenti al consueto e scellerato commentario politico pregno di considerazioni e controconsiderazioni con più logiche polivalenti di un teorema di Gödel. Tutte basate sul vacuo dire che si nasconde dentro frasi che solitamente partono così: “sì ma adesso facciamo una lettura del dato politico che emerge…”.
Anche in una gara, quella elettorale, riusciamo infine a mistificare l’evidenza dei risultati, con  grave danno al decoro e al rispetto della più elementare delle leggi logiche e, cosa più grave di tutte, dell’elettorato, specie del proprio.
Se le regole dei cento metri le avessimo fatte qui, probabilmente avremmo inserito il ripescaggio del terz’ultimo sul podio in caso di NON record del mondo da parte del primo.
Se Berlusconi dichiara da astuto megalomane qual’è: faremo il 45% e poi ottiene un 36%, avrà forse anche perso 9 Berluscapunti immaginari per strada, ma di fatto rispetto a un anno fa è rimasto stabile, nonostante 14 mesi di governo che son stati quel che son stati e in mezzo a un mare di scandali.
Se la tua formazione arretra del 7% e, in luogo di confrontarti con questo dato, ti fai dell’ acido buono coi compagni di partito può accadere che di fronte alle telecamere tu dica:

Dal 6 maggio al 5 giugno Berlusconi non ha fatto altro che sparare cifre su cifre: arriveremo al 40%, supereremo il 42%, l’obiettivo è il 45! Questa avanzata straordinaria non c’è stata”. Scandisce le parole ai microfoni Dario Franceschini: “Stanno 10 punti sotto al risultato annunciato, anche sommando PDL e Lega si arriva al 46,5%. Ben al di sotto del 50%, è la verifica che volevamo, ci dice che oggi i governo è incontestabilmente minoranza nel paese”.
Franceschini

“Berlusconi ha preso una musata. Su questo non ci sono dubbi. Se Berlusconi dice che l’obiettivo e’ prendere il 45% e poi prende il 35%, deve trarne le conseguenze, non puo’ far credere di aver vinto. Da parte nostra non c’e’ nessun trionfalismo. Ma e’ evidente che il berlusconismo spinto ha fatto perdere al Pdl dieci punti”.
Fassino

2 Risposte to “Il principio di non addizione”


  1. 1 ccpù giugno 10, 2009 alle 3:50 PM

    no cioè se non hai un account “uanza e calvizie” non so se vai bene…

    di nuovo fantastica la scimmia che sbocca.


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